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Differenze tra i beta-bloccanti nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica e broncopneumopatia cronica ostruttiva


Uno studio ha determinato gli effetti respiratori, emodinamici e clinici del passaggio da beta-bloccanti beta1-selettivi e beta-bloccanti non-selettivi nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica e con broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ).

Carvedilolo ( Dilatrend ), Metoprololo ( Seloken ) e Bisoprololo ( Congescor ) sono beta-bloccanti utilizzati per il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica, ma non è stato chiarito completamente se le differenze nelle specificità dei beta-recettori influenzi la funzione polmonare o vascolare nello scompenso cardiaco cronica, soprattutto nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva coesistente.

Lo studio randomizzato, in aperto e in triplo-crossover, ha coinvolto 51 persone in trattamento con terapia ottimale per insufficienza cardiaca cronica, ed è stato condotto presso 2 ospedali australiani.

I pazienti coinvolti hanno assunto ciascuno dei tre beta-bloccanti, in dose comparabile, per 6 settimane prima di tornare alla terapia con il beta-bloccante originale.

Dei 51 soggetti di età media 66 anni, di classe funzionale NYHA I ( n=6 ), II ( n=29 ) o III ( n=16 ) e frazione di eiezione ventricolare sinistra media di 37%, 35 presentavano broncopneumopatia cronica ostruttiva coesistente.

Il livello di frammento N-terminale del pro-peptide natriuretico cerebrale ( NT-proBNP ) è risultato significativamente più basso con Carvedilolo che con Metoprololo o Bisoprololo ( media: Carvedilolo 1.001 ng/l; Metoprololo 1.371 ng/l; Bisoprololo 1.349 ng/l; p inferiore a 0.01 ) ed è tornato al livello basale una volta che il paziente ha assunto nuovamente il beta-bloccante iniziale.
La pressione centrale, una misura del postcarico di tipo pulsatile, è risultata più bassa con Carvedilolo ( Carvedilolo 9.9 mmHg; Metoprololo 11.5 mmHg; Bisoprololo 12.2 mmHg; p inferiore a 0.05 ).

Nei pazienti con BPCO, il volume espiratorio forzato in 1 secondo ( FEV1 ) ha raggiunto il livello più basso con Carvedilolo e il più alto con Bisoprololo ( Carvedilolo 1.85 l/s; Metoprololo 1.94 l/s; Bisoprololo 2.0 l/s; p inferiore a 0.001 ).

La classe funzionale NYHA, la distanza percorsa camminando 6 minuti e la frazione di eiezione ventricolare sinistra non sono cambiate.

I cambiamenti da un beta-bloccante ad un altro sono risultati ben tollerati.

In conclusione, il passaggio da beta-bloccanti beta1-selettivi al Carvedilolo ( un beta-bloccante non-selettivo ) è stato ben tollerato, ma porta a cambiamenti dimostrabili nella funzione delle vie aeree, più marcati nei pazienti che presentano broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Il passaggio da beta-bloccanti beta1-selettivi a Carvedilolo causa una riduzione a breve termine della pressione centrale e del frammento N-terminale del pro-peptide natriuretico cerebrale. ( Xagena2010 )

Jabbour A et al, J Am Coll Cardiol 2010; 55: 1780-7


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