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Diagnosi di scompenso cardiaco: dosaggio del peptide natriuretico B come metodo di screening


A cura di Stefano Castaldo, specialista in Cardiologia, Napoli


Nella diagnosi di scompenso cardiaco, gli esami ematochimici a tutt'oggi hanno trovato scarso impiego: alcuni di essi (VES, Sodiemia, Noradrenalina, ANP,Troponina I e T) hanno un valore eminentemente prognostico ma un ruolo marginale nella pratica clinica.
Nel numero di aprile del British Medical Journal viene ora proposto il dosaggio del peptide natriuretico B come screening diagnostico nelle forme lievi o moderate di scompenso cardiaco dell'anziano. E' noto che una diagnosi di scompenso basata su criteri clinico anemnestici è agevole nelle forme avanzate ma difficile o dubbia nelle forme lievi o moderate. Nè si può sempre fare ricorso in tempi brevi ad un esame ecocardiografico (che peraltro, specie nei soggetti anziani può essere tecnicamente inadeguato).
Lo studio pubblicato è stato condotto su 817 pazienti di età compresa tra 70 e 84 anni. Un valore di peptide natriuretico B < 18.7 pmol/l ha ridotto la probabilità post test di scompenso a meno del 2%. Viceversa, un valore superiore a 18.7 pmol/l aveva una sensibilità diagnostica del 95%.
Gli Autori concludono che il test è utile come metodo di screening diagnostico tanto nel soggetto giovane come nell'anziano. E' ovvio peraltro che il dato va successivmente confermato con il ricorso ad un esame ecocardiografico e/o ad altri esami strumentali.

( Smith H, Pickering RM et Al: Biochemical diagnosis of ventricular disfunction in elderly patients in general practice: observational study. BMJ 2000; 320:906-908 )

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