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Aumentato rischio di ricovero ospedaliero per scompenso cardiaco con alcuni farmaci antinfiammatori non-streroidei


L’uso di farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) è stato associato a un aumento del rischio di scompenso cardiaco in diversi studi, con conseguenti limitazioni nei pazienti ad alto rischio.

Uno studio caso-controllo nested ha preso in considerazione 5 database di popolazione di 4 Paesi europei ( Olanda, Italia, Germania, Gran Bretagna ); sono stati esaminati 92.163 ricoveri per insufficienza cardiaca.
Il gruppo di controllo era rappresentato da 8.246.403 pazienti appaiati per sesso, età, anno di ingresso nella coorte.

L'endpoint principale dello studio era rappresentato dall’associazione tra rischio di ricovero ospedaliero per insufficienza cardiaca e l'uso di 27 singoli farmaci antinfiammatori, tra cui 23 FANS tradizionali e quattro inibitori selettivi di COX 2.
È stata anche valutata la relazione dose-risposta tra uso di antinfiammatori non-steroidei e rischio di insufficienza cardiaca.

L’uso corrente di FANS ( anche nei 14 giorni precedenti ) è risultato associato a un aumento del 19% del rischio di ricovero per scompenso cardiaco ( odds ratio corretto, aOR=1.19; IC 95%: 1.17-1.22 ), rispetto all’uso passato ( più di 183 giorni precedenti ).

L’aumento del rischio osservato con sette FANS tradizionali ( Diclofenac, Ibuprofene, Indometacina, Ketorolac, Naprossene, Nimesulide, Piroxicam ), due inibitori di COX-2 ( Etoricoxib, Rofecoxib ) variava dal 16% con Naprossene all' 83% con Ketorolac.

E' stato osservato un raddoppio del rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco con alte dosi di Diclofenac, Etoricoxib, Indometacina, Piroxicam e Rofecoxib.

Anche dosi medie di Indometacina e di Etoricoxib erano associate a un aumentato rischio.

Non c'è nessuna evidenza che Celecoxib aumenti il rischio di ricovero per insufficienza cardiaca alle dosi comunemente utilizzate.

In conclusione, l’attuale uso di inibitori di COX-2 e di farmaci antinfiammatori non-steroidei tradizionali è collegato a un aumento del rischio di ricovero per insufficienza cardiaca e questo effetto è dose-dipendente. ( Xagena2016 )

Arfè A et al, BMJ 2016;354:i4857

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