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Rischio di morte aritmica e non-aritmica nei pazienti con insufficienza cardiaca e malattia renale cronica


L'utilizzo ottimale di terapie efficaci nel prevenire la morte aritmica, ma non la morte non-aritmica, per esempio, il defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ), è una sfida nei pazienti con concomitante insufficienza cardiaca e malattia renale cronica, data l'associazione di entrambe le condizioni con rischi concorrenti di morte.

E' stato esaminato il rischio di mortalità aritmica e non-aritmica nei pazienti con stadi di gravità differenti di scompenso cardiaco e di malattia renale cronica.

Sono stati utilizzati i dati dei singoli pazienti che avevano preso parte allo studio SOLVD.

L’insufficienza cardiaca è stata classificata mediante la scala New York Heart Association ( NYHA ), mentre la gravità della malattia renale cronica in base al tasso di filtrazione glomerulare stimata ( eGFR ).

Tra i 6.378 pazienti senza un defibrillatore cardioverter impiantabile ( età media 60 anni, frazione di eiezione media 27, maschi 86% ), ci sono stati 421 decessi aritmici e 1.188 non-aritmici nel corso di un follow-up mediano di 34 mesi.

Stadi peggiori di insufficienza cardiaca o malattia renale cronica sono stati associati a un aumentato rischio sia di morte aritmica che non-aritmica.

L'aumento del rischio di morte non-aritmica per insufficienza cardiaca di gravità maggiore è stato sproporzionatamente superiore a quello di morte aritmica, e questo effetto non-proporzionato è stato ulteriormente esagerato in presenza di malattia renale cronica in stadio più avanzato.

In conclusione, mentre stadi avanzati di malattia renale cronica e insufficienza cardiaca sono stati associati a un aumentato rischio di morte aritmica e non-aritmica, i benefici del defibrillatore cardioverter impiantabile nei pazienti con malattia più avanzata possono essere limitati dalla preponderanza di morte non-aritmica. ( Xagena2011 )

Alsheikh-Ali AA et al, Am Heart J 2011; 161: 204-209.e1



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